Tutti i nuovi governi beneficiano all’inizio del mandato di un momento di grazia; questo esecutivo è stato favorito anche dalla congiuntura economica mondiale favorevole, le persone dopo il COVID avevano voglia di fare. Ma come scrivevamo nella lettera n.12 del 22/09 /2022 sui quotidiani QN, i problemi sarebbero giunti un anno dopo. Come da noi previsto, l’inflazione si è attestata oltre il 10%, la Banca Centrale Europea ha dovuto di conseguenza alzare i tassi oltre il 4%. L’economia europea, come prevedibile, ora si sta fermando. Sarà un inverno molto problematico, le persone avranno il problema di arrivare a fine mese e non solo i redditi bassi, come sempre la priorità del governo ma, bloccando tutte le agevolazioni anche i redditi medi, che non vuol dire che siano persone ricche, e anch’essi devono pagare mutui, sostenere le loro spese, così anche quelle persone sono diventate povere.
Governo
A gennaio 2021 abbiamo commentato negativamente il conferimento del mandato al dott. Draghi a formare il Governo. Sarebbe stato molto meglio indire le elezioni anticipate, alle quali l’attuale Presidente del Consiglio avrebbe potuto candidarsi ed eventualmente vincere un mandato popolare chiaro per poter governare al meglio. Avrebbe potuto gestire i fondi del Recovery Fund in progetti utili e senza intoppi.
Abbiamo invece visto all’opera il solito “sistema Italia”, mance ai partiti e spreco di denaro, ma in questa maniera siamo costretti allo “sviluppo zero”. La politica ha imposto misure come il mantenimento del reddito di cittadinanza, quota 100, finanziamento 110% sugli immobili, il blocco delle estrazioni, che ci hanno solo fatto del male.
Il 5 Maggio 2021 nella mia intervista sul Corriere Della Sera, alla domanda del giornalista “come vede il futuro”, rispondevo: “il vero problema sarà il prossimo anno l’aumento dei prezzi, come azienda li stiamo già sostenendo, dalle materie prime cresciute del 20-50% all’allungamento dei tempi di trasporto. Non so come faranno quei poveri cristi in cassa integrazione a vivere”.
Nelle lettere del 6 Febbraio e del 1 Marzo 2021 avevamo scritto della necessità di avere un’Europa unita sotto tutti gli aspetti, economici, fiscali, legali, militari e con un parlamento che potesse veramente decidere su tutti gli ambiti della vita dei cittadini, soprattutto anche dei flussi migratori, non lasciando questo fardello a poche nazioni, vedi Italia, Grecia, Spagna. Come se l’averci elargito un recovery fund sostanzioso, potesse compensare l’arrivo in Italia di migliaia di immigranti. Come visto in Afganistan dove ognuna delle nazioni Europee ha agito ognuna per conto proprio, senza un vero coordinamento. Per l’occidente è il disastro più brutto che abbiamo vissuto ultimamente. Non si può delegare ad altri la sicurezza Europea.
I primi 2 mesi di lavoro del Governo Draghi non si sono assolutamente rivelati all’altezza delle aspettative. Il Partito Moderato d’Italia, già scettico riguardo al metodo con cui questo Governo è nato, esprime ora la propria delusione riguardo alla mancanza di vero cambiamento rispetto al passato.
Per quanto riguarda l’economia, come era prevedibile il Governo ha dovuto prima assecondare i partiti della maggioranza, mentre alle reali esigenze di cittadini ed imprese sono andate solo briciole.
Nell’attuale dibattito politico, anche in relazione alla formazione del nuovo governo presieduto dal Prof. Draghi, si parla molto di Euro e di Unione Europea. Tuttavia, la costruzione dell’Europa è ancora incompleta.
Allo stato attuale la UE garantisce libertà di circolazione delle persone, delle merci e dei capitali. Inoltre, c’è un bilancio comune al quale i Paesi contribuiscono e dal quale ricevono sovvenzioni per le proprie imprese e le proprie infrastrutture.