Sveglia Europa o l’Asia ci uccide

INTERVISTA A ELVIO SILVAGNI SU LA VERITA'

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Il patron di Valleverde: «Grazie ai risparmi su energia e manodopera, nel Far East produrre un paio di scarpe costa il 30-40% in meno. Servono i dazi o moriamo»

“Sveglia Europa”: con questa campagna Elvio Silvagni, patron di Valleverde, marchio rilevato dalla sua famiglia dieci anni fa, chiede un cambio di passo a Bruxelles per evitare che il Vecchio continente rimanga stritolato fra Usa e i colossi asiatici emergenti. Per la società Silver1, che opera anche con il marchio Rafting Goldstar, l’esercizio 2024 ha superato i 30 milioni, con un giro d’affari quasi raddoppiato negli ultimi tre anni.

La moda però è un settore molto in crisi. Quali sono le ragioni? E qual è la vostra ricetta?

“I consumi sono cambiati. Da un lato ci sono meno soldi, dall’altro le persone tengono meno all’eleganza e preferiscono spendere per viaggi, ristoranti, tecnologia. Noi continuiamo a fare quello che facciamo, a innovare ogni stagione e a puntare sulla pubblicità per farci conoscere sul mercato. Le nostre scarpe sono fatte in tutto il mondo: Italia, Europa e una piccola parte in Asia. Il problema è che il Far East, grazie a prezzi bassi dell’energia e della manodopera, riduce i costi per produrre un paio di scarpe del 30-40%. Inoltre, grazie alla tecnologia i capi possono essere copiati con una velocità spaventosa”.

Il made in Italy è ancora attrattivo?

“Non tanto, anche perché si possono vendere come made in Italy prodotti in gran parte assemblati all’estero e solo finiti nel nostro Paese. Le persone oggi guardano più la marca che il luogo di produzione”.

Come possiamo reagire?

“Mettendo i dazi come ha fatto Donald Trump. Non so come andrà a finire con le tariffe, ma intanto il presidente americano ha ottenuto una svalutazione del dollaro del 10%. Sa cosa significa in concreto? Che noi ci ritroviamo con un euro forte, mentre i clienti esteri che usano il dollaro Usa per il commercio internazionale, per esempio Australia ed Emirati Arabi, si ritrovano a sborsare di più per la nostra merce: non sappiamo se saranno disposti a pagare prezzi maggiori”.

Per questo ha lanciato la campana “Sveglia Europa”?

“Se non vogliamo scomparire e trasformarci nel Terzo mondo, l’UE deve darsi una mossa su tutto, dai dazi alla Difesa, per proteggere i settori in crisi, dalla manifattura alla moda e alla meccanica. Sa perché c’è occupazione piena? Perché i clienti fanno ordini più piccoli e frammentati e per questo ci serve più personale che non si riesce a trovare. “Sveglia Europa” è la mia provocazione, non possiamo essere disarmati e aspettare che gli Usa vengano in nostro soccorso. Oltre alla Difesa, un pilastro deve essere il ritorno della produzione in Europa, ragione per cui dobbiamo imporre tariffe sui beni importati dall’Asia. Ma mi sembra che l’Europa, però, invece di svegliarsi continui a perdere tempo. Basta vedere i negoziati con Trump: Bruxelles non ha ancora capito cosa fare. Invece noi avevamo una proposta concreta: imporre contro dazi non sui beni provenienti dagli Stati Uniti, ma sulla merce importata direttamente dall’Asia in Europa dalle multinazionali americane che ci fanno concorrenza sleale”.

Cosa pensa dei referendum sul lavoro?

“Io andrò al mare… I referendum della Cgil servono a poco e rendono più complicato per gli imprenditori assumere. L’obiettivo del Pd e dei sindacati è solo piantare una bandierina, dovrebbero venire in fabbrica a lavorare per vedere come stanno davvero le cose… Sono contrario anche a ridurre i tempi per la cittadinanza”.

Quindi non è vero che servono più immigrati per colmare la mancanza di operai?

“Servono, però non possiamo regalare la cittadinanza. Prima gli stranieri devono fare un percorso e imparare la lingua. Quanti sbandati di cui non sappiamo niente abbiamo sulle strade? Su questo tema ci osservano anche altri Paesi europei, come quelli dell’Est, dove l’immigrazione è quasi assente”.

Un altro nodo importante è l’energia.

“Gas ed elettricità sono più care in Europa che nel resto del mondo e più care in Italia che nel resto d’Europa. Ci serve il nucleare, se fosse dipeso da me non l’avremmo mai abbandonato. Fotovoltaico ed eolico non bastano, come dimostra il blackout che ha paralizzato la Spagna”.

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